Nei giorni scorsi ho pubblicato articoli che parlavano molto di web design, di CMS e framework, invece oggi vi parlo di graphic design e, in particolar modo, del logo.
Anzi delle varie tipologie di logo, perchè ci sono tante suddivisioni ed oggi parleremo delle più utilizzate.
La prima volta che ho sentito parlare delle varie categorie è stato quando, anni fa, ho seguito un corso della famosa company The Futur, che insegnava step by step le varie fasi di progettazioni di un logo.
Da li ho cercato di raccogliere sempre più informazioni per avere un quadro più chiaro e per poter riconoscere come è strutturato un logo rispetto ad un’altro.
Questo può aiutare anche quando bisogna progettare e disegnare un brand commissionato, per creare un disegno che sappia comunicare al meglio il business del cliente.
E quindi, eccomi qui..a scrivere questo articolo.
Ma prima partiamo dalle basi.
Che cosa è un logo?
Parto dal presupposto che non tutti quelli che arrivano su questo articolo sanno cosa è un logo.
In parole povere è il simbolo dell’azienda o di un’attività, e deve comunicare al meglio quelli che sono i key point dell’attività.
Prima di progettare un logo, il designer deve fare un’attenta analisi dei punti di forza del cliente, della sua storia, delle attività più importanti e da li cominciare la progettazione.
Quindi creare un logo semplice e chiaro può richiedere molto tempo e svariate bozze e test.
Con il passare degli anni e con l’introduzione di smartphone, table e responsive design avere un logo non complesso ma semplice e chiaro è diventato fondamentale.
infatti con schermi piccoli è contro producente avere un brand composte da forme complesse perchè lo rende poco leggibile al pubblico.
Sono tanti gli esempi di loghi che sono diventati dei veri simboli, basti pensare a Nike, McDonalds, Adidas, Apple.
Ecco tutti questi esempi sono dei brand che hanno subito pochissimi restyling o modifiche nel corso della loro storia, perchè funzionano bene e sono super riconoscibili.
Le tipologie
Dopo aver spiegato in breve cosa è un logo, ora ci possiamo addentrare nelle varie categorie in cui sono suddivisi.
Le categorie sono tante, ed alcun loghi possono essere inclusi in una o più categorie.
Un’esempio che vedremo è quello di KFC, infatti è un brand che può essere tranquillamente inserito in due delle categorie che descriverò qui sotto.
Conioscere le categorie deio vari brand è importante ma non dimentichiamo che inanzitutto un logo deve essere semplice, ben leggibile e che deve portare con sè i valori dell’azienda.
Monogramma
La prima tipologia sono i monogrammi che sono dei loghi semplici, chiari e che solitamente sono formati da una o più lettere.
Quest’ultime si possono incrociare ed intersecare tra di loro per creare forme anti convezionali ma allo stesso tempo leggibili.
Solitamente le lettere sono le iniziali del nome e cognome del fondatore oppure le prime lettere dell’azienda.
Un’esempio di monogramma che è diventato molto famoso è quello di Under Armour o di Luis Vuitton

Come si vede dall’ìimmagine qui sopra, molte volte sono loghi semplici e ben leggibili, che possono essere visualizzati correttamente su tutti i dispositivi.
C’è chi progetta un monogramma intrecciando le lettere per dare più dinamicità al disegno; ed altri che semplicemente posizionano le lettere una di fianco all’altra.
Sono molti i casi in cui dei semplici monogrammi sono diventati dei veri casi studio.
Astratto
Passiamo ad un’altra categoria che è quella del loghi astratti.
Come dice la definizione, questi sono brand che sono composti da una o più forme che creano un disegno astratto.
Quindi rispetto ad altre tipologie, qui il processo creatrivo è più lungo perchè non è assolutamente facile creare una forma astratta che possa comunicare al meglio il business.
Essendo astratto, per progettare un logo astratto ci si può avvalere di colori, forme che comunicano emozioni.
Uno degli esempi più lampanti è lo swoosh di Nike.
Guardando il logo di Nike, si percepisce il concetto di velocità, movimento e dinamicità nonostante sia una figura totalmente creata da zero, senza avvalersi di forme geometriche esistenti.

Qui oltre alle forme, bisogna essere bravi a scegliere i colori.
Ad esempio il logo di Pepsi è una forma circolare composta, a sua volta, da tre forme astratte ma che hanno dei colori che si contrastano tra di loro e che attirano subito l’attenzione dell’utente finale.
Un’altro esempio, è quello del brand Spotify, dove all’interno di una forma circolare troviamo tre linee semi curve che disposte una dopo l’altra, stanno a simboleggiare il volume della musica.
Anche qui, sono state usate tre linee astratte per creare un simbolo che comunica al pubblico ciò che offre Spotify.
La difficoltà nel progettare con brand astratti, è cercare di proporre una figura non gemotrica ma che compone un simbolo.
Combinato
Altra tipologia molto utilizzata sul mercato è il logo combinato, cioè un logo formato da forme astratte o gemotriche e da monogrammi.
Quindi qui bisogna saper combinare varie tipologie di elementi, soprattutto con la tipografia perchè bisogna sceglierne uno che dialoghi correttamente con colori e forme geometriche.
Ad esempio, il logo di KFC oltre alla solita figura umana del fondatore, sullo sfondo si trovano forme astratte e nella inferiore c’è il nome aziendale con un font in grassetto.

Altro case studio è Burger King dove il logo è formato da due fette di hamburger che racchiudono un font molto bold e dal colore rosso, qui si usano colori che non è diffivcile trovare nelle aziende di food and beverage.
In questi casi bisogna creare un brand composto da tanti elementi ma che non risulti pesante all’occhio dell’utente, e la cosa non è facile.
Il rischio di creare un ‘mappazone’ è alto, perchè si usano vari elementi per creare un’unica forma.
Emblema
L’emblema invece è una cosa molto diversa da tutti le tipologie viste precedentemente.
Infatti l’emblema è un logo che è circoscritto in una forma geometrica ben definita.
Ad esempio molti loghi di squadre sportive, sono degli emblemi.
Il rischio nel progettare un emblema è più o m eno lo stesso che si può trovare nei loghi cominati: cioè quello di creare un brand molto pesante quindi attenzione.
Solitamente un’emblema è formato da un pittogramma, una scritta e una forma geometrica chew racchiude tutti gli elementi.

Prendiamo esempio, il logo dell’NFl, la National Football League degli USA.
In questo caso, la parte superiore è caratterizzata dall’illustrazione di un pallone da Football che è circondato da delle stelle bianche.
Sulla parte inferiore invece c’è il nome della federazione che ha proporzioni più grandi rispetto al resto della figura, per dargli la giusta visibilià.
Il tutto è racchiuso da una figura geometriche che richiama lo scudo, che è simbolo di guerra, battaglia e combattimento; infatti il football americano è caratterizzato da grandi scontri e battaglie sul campo.
Anche i colori sono scelti per un motivo chiaro: sono i colori della bandiera americana.
Invece se guardiamo quello di Harley Davidson, può essere considerato un emblema ma qui non c’è un’illustrazione particolare.
infatti è principalmente formato dalla scritta dell’azienda in bianco e dal payoff ‘motorcycle’ che è suddiviso in due sezioni, ma entrambe di color aracione.
La seclta del font non è casuale neppure qui, infatti è un font bold ma con chiari richiami allo stile dei motociclisti da strada.
I colori sono accessi e ben contrastati tra di loro, perchè devono essere ben visibili visto che è un brand che viene posizionato su mezzo di trasporto che raggiunge velocità elevate.
Conclusione
Ecco, oggi abbiamo visto le tipologie più utilizzate di brand, perchè saper progettare un brand bisogna anche sapere da quali elementi grafici è composto e quali sono tutte le tipologie.
Un brand deve comunicare al meglio il messaggio e i valori aziendali, ma allo stesso tempo deve essere facile da leggere.
Un logo troppo complesso può avere molti problemi di leggibilità sui dispositivi moderni come smartphone o tablet.
Questo articolo può essere utile per chi sta progettando un logo e vuole analizzare al meglio quale strada prendere.